Il 15 novembre, è stata rilevata l’eruzione di diciannove vulcani in varie parti del mondo. Gli specialisti, tuttavia, rassicurano che non vi è alcuna ragione per l’allarme.

L’istituto Smithsonian Institution, tramite il suo Programma di valutazione globale del vulcanismo, fornisce aggiornamenti settimanali sull’attività vulcanica e le eruzioni in corso. L’ultimo report include 19 vulcani, selezionati in base a criteri stringenti come segnalazioni di cenere, nuova attività o cambiamenti nel pattern di eruzione.
Anche se molti vulcani attivi non sono stati inclusi nel report, lo Smithsonian conferma che almeno 46 vulcani sono attualmente in eruzione. La maggior parte di questi non ha mostrato cambiamenti significativi nell’ultima settimana.
Tra i nuovi vulcani monitorati c’è il Reykjanes-Svartsengi in Islanda, situato vicino alla fessura di Fagradalsfjall, che ha suscitato interesse a causa di terremoti e alluvioni, segni che potrebbero preannunciare un’eruzione.
Ben Andrews, un esperto del Programma Globale sul Vulcanismo, sottolinea che il numero attuale di eruzioni è nella norma.
“Stiamo assistendo a 46 eruzioni, un numero che rientra nell’ambito delle fluttuazioni normali. Negli ultimi 30 anni, abbiamo registrato tra le 40 e 50 eruzioni annuali“, afferma.
Sebbene il numero possa sembrare elevato, gli scienziati evidenziano che le eruzioni vulcaniche possono portare sia rischi sia benefici. Ad esempio, un vulcano sottomarino ha recentemente formato una nuova isola vicino alla costa di Iwo Jima in Giappone, anche se si prevede che possa essere effimera, soggetta all’erosione delle onde.
Nonostante terremoti e spettacolari fontane di lava, gli esperti confermano che l’attività vulcanica attuale rientra nei processi naturali e non prelude a catastrofi globali.