L’attenzione della comunità scientifica si è spesso concentrata su Marte e le sue lune ghiacciate. Tuttavia, anche Venere — il nostro “gemello cattivo” per dimensioni e composizione — sta tornando sotto i riflettori, nonostante la sua atmosfera ostile e un clima infernale dominato da un effetto serra estremo.

Recentemente, durante la Lunar and Planetary Science Conference 2025, è stato presentato un innovativo approccio per stimare la possibilità che la vita possa (o potesse) esistere su Venere. La proposta arriva da Diana Gentry del NASA Ames Aerobiology Laboratory e si basa su una formula concettuale ispirata alla celebre equazione di Drake, usata per stimare le probabilità di vita extraterrestre intelligente.
La nuova equazione di Venere: un modello per stimare la vita aliena
La nuova formula, battezzata VLE (Venus Life Equation), introduce tre parametri fondamentali:
- O: probabilità che la vita abbia avuto origine
- R: stabilità della biosfera
- C: continuità delle condizioni favorevoli alla vita
L’equazione si esprime come L = O × R × C, dove L rappresenta la probabilità complessiva dell’esistenza della vita su un pianeta. L’obiettivo è quello di fornire un quadro teorico che permetta di confrontare ambienti planetari diversi, evidenziando quanto fattori geologici, atmosferici e orbitali possano influenzare l’emergere e la sopravvivenza di forme viventi.
Venere: un passato promettente?
Sebbene oggi Venere appaia inospitale, gli scienziati ritengono che in passato le sue condizioni atmosferiche potessero essere molto più miti. Alcuni modelli suggeriscono che l’acqua liquida potesse esistere sulla sua superficie, creando ambienti potenzialmente adatti alla vita — in un’epoca che coincide con la comparsa delle prime forme biologiche sulla Terra.
Inoltre, a circa 50 km di altitudine, l’atmosfera venusiana offre pressioni e temperature più gestibili, rendendo quest’area una candidata ideale per la ricerca di microrganismi estremofili, simili a quelli che sopravvivono in condizioni estreme sul nostro pianeta.
I limiti e le sfide della ricerca
Nonostante questi indizi incoraggianti, calcolare la reale probabilità di vita su Venere resta una sfida enorme. I parametri dell’equazione VLE sono difficili da quantificare e richiedono osservazioni più approfondite. Ad esempio, mentre la Terra ha dimostrato un’elevata resilienza biologica nel corso di miliardi di anni e attraverso numerose estinzioni di massa, su Venere le condizioni potrebbero essere state troppo instabili per sostenere una biosfera duratura.
La continuità delle condizioni favorevoli alla vita dipende anche da fattori esterni come la stabilità orbitale del pianeta, l’attività geologica e il comportamento della stella madre. Su Venere, questi elementi potrebbero non aver giocato a favore della vita, ma senza dati diretti è impossibile escludere del tutto questa possibilità.
La ricerca della vita oltre la Terra continua ad affascinare e a motivare nuove teorie e missioni. L’equazione di Venere rappresenta un importante passo avanti verso un metodo scientifico per valutare il potenziale abitabile dei pianeti rocciosi, anche quelli che, come Venere, sembrano oggi ostili. Con nuove missioni in programma e una crescente attenzione verso questo pianeta “dimenticato”, potremmo essere sempre più vicini a rispondere a una delle domande più antiche dell’umanità: siamo davvero soli nell’universo?