La scienza fa passi da gigante, nel campo della prevenzione, della diagnosi e della cura, e certamente questi progressi sono tanto più apprezzati quando rendono il meno invasivo possibile per il paziente sottoporsi ad esami ed interventi.
In quest’ottica va senza dubbio vista come un’incredibile scoperta la nuova modalità con cui diagnosticare la celiachia: per diagnosticare la celiachia nei bambini non si dovrà più ricorrere all’endoscopia, esame molto invasivo, ma basterà solo un test del sangue, senza alcun trauma per i piccoli potenziali celiaci, che in Italia si stima siano almeno 50mila.
Una novità rilevante a fronte di una patologia in costante crescita, come ha sottolineato lo stesso ministro Beatrice Lorenzin: “Nel 2014 – ha rilevato in un messaggio – in Italia sono risultati più di 170mila celiaci accertati; il dato è in continuo aumento e risultano ancora non diagnosticati più di 400mila celiaci”.
Il test si basa sulla proteina VP7, che stimola la produzione di anticorpi specifici in seguito all’infezione da Rotavirus. Gli anticorpi vengono prodotti solamente nelle persone che soffrono di celiachia, un discrimine chiarissimo per evidenziare o meno la presenza dell’intolleranza alimentare, che dà peraltro un risultato molto più veloce rispetto ai normali esami quali la rilevazione della transglutaminasi.
Il test è frutto del lavoro di Antonio Puccetti, ricercatore presso il Gaslini di Genova, e di Claudio Lunardi e Giovanna Zanoni dell’Università di Verona, che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Immunologic Research.
”Questo nuovo approccio rapido, sicuro e meno invasivo – spiega Marco Silano, membro del gruppo di lavoro che ha definito le nuove raccomandazioni, e direttore del Reparto di Alimentazione, Nutrizione e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità – semplifica la diagnosi e rende meno traumatico l’iter diagnostico per i bambini, agevolando l’individuazione della malattia e consentendo di ridurre le diagnosi errate”.