Il ritorno a scuola è di certo traumatico per tutti, studenti, insegnanti e persino genitori, ma a quanto pare a risentirne di più sono i ragazzini tra gli 11 e i 15 anni, che vengono colpiti, nella maggioranza dei casi, da attacchi terribili di cefalea.
Secondo alcuni dati diffusi da Bruno Colombo, coordinatore del Dipartimento di neurologia-Centro cefalee, all’Irccs San Raffaele di Milano, al congresso nazionale di Paidòss, l’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, in corso a Lecce, il rientro a scuola è una delle cause frequenti di mal di testa, anche emicranie con i classici attacchi pulsanti.
La cefalea, che colpisce fino a 8 ragazzi su 10, può colpire i bambini anche tre volte al mese, e nell’arco di un anno può causare l’assenza da scuola per 7-8 giorni.
Ad avere la peggio sono soprattutto gli adolescenti, in particolare ragazze, e i figli di genitori emicranici, che ereditano il problema nel 60% dei casi. «Il mal di testa talvolta si accompagna ad iperattività e distraibilità, che si ripercuotono sulla resa scolastica a causa maggiore difficoltà di concentrazione e attenzione» spiega lo specialista.
L’emicrania nei bambini è difficilmente individuabile, ma ci sono alcuni campanelli d’allarme che possono aiutare i genitori. I pediatri invitano quindi a non sottovalutare alcuni comportamenti dei bambini, come quando si isolano, non giocano, si mettono le mani sul volto, evitano rumori o suoni e ricercano il buio andando presto a letto.