Caterina Balivo professionista esemplare, ma forse un attimo più attenta alla portata delle sue affermazioni, quelle che rilascia sui social e soprattutto quelle che fa in diretta, al timone dei suoi programmi, che conduce con grande successo.
Se, durante l’ultimo Festival di Sanremo, la polemica è rimasta nel virtuale, circa le sue affermazioni poco carine sull’abbigliamento di Diletta Leotta, altre “questioni” sono invece finite in tribunale.
All’inizio di febbraio Caterina è stata assolta con formula piena dopo essere stata denunciata nel 2009 per diffamazione aggravata dall’Associazione Confestetica di Rimini dopo una serie di dichiarazioni fatte durante la messa in onda della trasmissione Porta a Porta. L’associazione Confestetica riminese aveva scelto di portare in tribunale la conduttrice dopo che questa aveva accusato alcune professioniste di utilizzare tecniche chirurgiche pur non avendo le qualifiche necessarie per farlo.
La notizia fu riportata da molti giornali specializzati, così molte estetiste della zona si rivolsero all’Associazione per essere tutelate, visto che si stava dando in tv un messaggio sbagliato e che avrebbe danneggiato in modo permanente il loro modus operandi e le loro attività.
Meno bene è andata con un’altra sentenza di qualche ora fa: stavolta la Balivo è stata condannata in primo grado a una multa di 600 euro in seguito all’accusa di diffamazione.
La vicenda risale al febbraio 2011, quando la conduttrice della trasmissione televisiva Italia sul Due, in onda nel pomeriggio sul secondo canale della Rai, aveva portato in trasmissione la storia della cantante Wilma Goich che aveva raccontato la sua vicenda giudiziaria quale vittima di usura.
Durante la puntata “venivano mandate in onda immagini di testate giornalistiche riportanti nome e cognome con l’appellativo di usurai”, il tutto senza specificare che tali soggetti erano stati assolti con una sentenza del 2010; i soggetti coinvolti hanno quindi denunciato e alla fine hanno vinto.