L’autunno è ormai arrivato, con le sue temperature più pungenti, le prime piogge tempestose, i piumini da tirare fuori dall’armadio e le prime stufette da accendere.
Ma soprattutto ci sono i primi cibi stagionali da gustare: l‘uva ad esempio, ma anche broccoli, carciofi e soprattutto castagne?
A chi di voi, non appena ha letto, non è venuta voglia di una caldarrosta? Di una bella castagna profumata da gustare bollente appena tolta dal fuoco?
Ma sovente si tende a chiamare indifferentemente, con lo stesso nome, sia le castagne che i marroni: qual è allora la differenza?
Comunemente si pensa che i marroni siano semplicemente castagne più grosse, ma in realtà ci sono caratteristiche distintive ben classificate: innanzitutto la buccia del marrone deve essere di colore mogano chiaro con striature di colore scuro che corrispondono a rilievi della buccia avvertibili al tatto.
Il frutto poi deve essere rigorosamente di forma ovale-allargata o ovale-ellittica, con la buccia sottile che non deve essere penetrante nella polpa del seme e di facile asportazione.
A cambiare, poi è anche la “fonte”: la castagna è il frutto di un albero selvatico mentre il marrone è il frutto di una pianta coltivata, e mentre il riccio della castagna può contenere fino a 7 frutti, quello del marrone può contenerne fino a 3 al massimo.