Rachid Assarag è un carcerato marocchino che ha sei anni sta scontando la sua pena per violenza sessuale di nove anni e quattro mesi; sei anni in cui ha cambiato undici carceri, dove ha subito numerosissime violenze e soprusi da parte degli agenti penitenziari.
A dimostrarlo le sue registrazioni shock che sono state rese pubbliche dall’associazione “A buon diritto”; registrazioni in cui è chiaro con quanta prepotenza i “brigadieri”, così come li chiama Rachid, si rivolgono quotidianamente ai detenuti: “Brigadiere, perché non hai fermato il tuo collega che mi stava picchiando?” Chiede Assarag in una delle sue registrazioni, e poi la risposta:
“Fermarlo? Chi, a lui? No, io vengo e te ne do altre, ma siccome te le sta dando lui, non c’è bisogno che ti picchio anch’io”. Lo stesso agente ha poi continuato: “Se la Costituzione fosse applicata alla lettera questo carcere sarebbe chiuso da vent’anni. In questo carcere la Costituzione non c’entra niente…”.
E questi sono solo pochi esempi delle prove evidenti del carcerato che sono adesso alla base di un’indagine. “Ci sono il bastone e la carota”, “con questi metodi abbiamo ottenuto risultati ottimi”, affermano le guardie negli estratti scioccanti che stanno già facendo il giro del paese.