Proprio nelle scorse ore avevamo denunciato il dilagare del tumore alla prostata nell’universo maschile: non solo i casi negli ultimi anni sono notevolmente aumentati, ma è emersa soprattutto una grande ignoranza, che impedisce agli uomini di capirne i sintomi per tempo, scoprendo la patologia prima che questa sia in uno stato troppo avanzato da essere curata.
In queste ore arrivano invece i risultati di uno studio condotto all’ospedale Molinette di Torino, coordinato dal professor Paolo Gontero della Clinica urologica universitaria, diretta dal professor Bruno Frea, secondo cui assumere in alte dosi sostanze alimentari contenute in molti integratori alimentari aumenta il rischio di sviluppare proprio il tumore alla prostata.
Le sostanze “incriminate” in particolare sono tre: selenio, licopene (contenuto nel pomodoro) ed estratti di tè verde, da sempre invece ritenuti ottimi rimedi antitumorali. A far la differenza sono le alte concentrazioni: se in piccole dosi possono fare bene, superato un certo livello causano una sorta di intossicazione direttamente collegabile al cancro alla prostata.
Lascia sicuramente sconcertati il pensare che dietro le innocue “pillole” ricche di queste sostanze, da tutti conosciuti con il nome di “integratori alimentari”, possano nascondersi dei promotori del cancro alla prostata.