Martedì, il Spitsbergen International Seed Bunker ha accolto un numero senza precedenti di semi da paesi che hanno contribuito per la prima volta, secondo quanto riferito dal Crop Trust, l’organizzazione responsabile della gestione della struttura in collaborazione con il governo norvegese. La raccolta comprende donazioni di 23 diverse banche di semi, con nove di queste che hanno partecipato per la prima volta, destinate alla cosiddetta “banca dei semi del giorno del giudizio“.
Questo bunker, una realizzazione del governo norvegese situata nelle grotte del permafrost di Spitsbergen, è progettato per preservare i semi di importanti colture alimentari. L’obiettivo è proteggere queste risorse vitali da catastrofi globali potenziali, quali conflitti, pandemie o cambiamenti climatici.
Le nuove donazioni provengono da una varietà di paesi inclusi Bosnia-Erzegovina, Camerun, Indonesia, Nigeria, Kazakistan, Kenya, Madagascar e Zambia.
Tra i semi donati ci sono quelli di mais, fagioli, riso e orzo. La maggior parte di questi contributi fa parte del BOLD, un’iniziativa globale decennale mirata a rafforzare la sicurezza alimentare e nutrizionale. Con queste ultime aggiunte, il numero di banche di semi che hanno depositato le loro collezioni nel bunker raggiunge 111, provenienti da 77 nazioni diverse, come comunicato dal Ministero dell’Agricoltura norvegese.
Dal suo avvio nel 2008, il bunker di sementi, collocato a metà via tra l’Europa continentale e il Polo Nord, ha collezionato campioni da ogni angolo del globo. Tra il 2015 e il 2019, ha avuto un ruolo cruciale nel ripristinare le scorte di semi in Siria, devastate dalla guerra.
Le porte di questo rifugio nucleare si aprono soltanto tre volte all’anno per mantenere i semi a una temperatura costante inferiore ai -18 gradi Celsius, limitando così l’esposizione ai rischi esterni.