Un luogo comune ancora molto in voga vuole che gli uomini trovino assolutamente antiestetiche le scarpe cosiddette “ballerine” indossate dalle donne, a tal punto da riuscire a sopire qualsiasi desiderio sessuale.
Ma è veramente così?
Se è vero che una donna che cammina su tacchi alti ha indubbiamente un passo più sensuale, e se è altrettanto vero che ogni gusto è personale e pertanto non sindacabile, noi ci sentiamo di escludere che la femminilità di una donna si possa valutare da quello che indossa ai piedi.
Senza contare che le ballerine hanno una lunga e gloriosa storia che hanno fatto sì che questo modello attraversasse epoche e mode e arrivasse quasi indenne fino a noi.
Come suggerisce il loro stesso nome, traggono origine dalla danza classica e furono indossate per la prima volta nel ‘700 da una ballerina francese di nome Marie Camargo.
La ballerina era bravissima soprattutto nei “salti” ma per poter apparire più leggiadra dovette adottare degli accorgimenti: vestiti più leggeri e meno ingombranti e soprattutto pensò bene di togliere il tacco alle sue scarpe da danza.
Era il 1726 e da allora la sua tecnica fu rapidamente copiata e adottata alle corti dei re e da tutte le sue colleghe.
In commercio, acquistabili dalle donne “comuni”, arrivarono invece negli anni ’30 grazie a Jacob Bloch, un calzolaio di origine russa che le produceva su ordinazione, mentre raggiunsero la celebrità grazie a dive come Brigitte Bardot, che le indossavano anche nelle loro pellicole.