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Avvelena ogni giorno la donna delle pulizie solo per disprezzo

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Una vicenda agghiacciante arriva da Varsavia, dove una donna è stata arrestata con l’accusa di aver avvelenato sistematicamente una collega per puro disprezzo personale. L’episodio, emerso grazie a una coraggiosa indagine personale della vittima, mette in luce un inquietante caso di persecuzione silenziosa tra colleghi.

Avvelena ogni giorno la donna delle pulizie solo per disprezzo

Avvelenamenti quotidiani sul posto di lavoro: la vittima sospetta, ma nessuno le crede

La protagonista della drammatica storia è una donna di 51 anni, impiegata in un edificio per uffici nella capitale polacca. Da mesi, la donna accusava malesseri frequenti, tra cui forti dolori allo stomaco e sintomi compatibili con intossicazione. Inizialmente aveva attribuito il suo stato di salute a stress e stanchezza, ma quando i sintomi sono peggiorati, si è rivolta ai medici.

Le analisi hanno rivelato gravi danni interni riconducibili all’assunzione di sostanze tossiche. È stato in quel momento che la donna ha ricordato un dettaglio inquietante: il gusto strano della sua tazza di tè mattutina sul lavoro. Tuttavia, quando si è rivolta alla polizia per denunciare i suoi sospetti, si è sentita rispondere che senza prove concrete, non si poteva procedere.

La svolta grazie a una telecamera nascosta

Determinata a scoprire la verità, la 51enne ha installato una telecamera nel suo alloggio di servizio, situato in via Myśliwiecka, dove consumava abitualmente le sue bevande. In breve tempo, le registrazioni hanno rivelato l’inimmaginabile: una collega di 56 anni, impiegata nella stessa impresa di pulizie, veniva ripresa mentre contaminava la sua bottiglia di tè e la sua soda con detergenti e sostanze corrosive.

Invece di affrontarla direttamente, la vittima ha continuato a registrare gli atti per diversi giorni, costruendo un dossier di prove schiaccianti. Una volta consegnato il materiale alle forze dell’ordine, la polizia ha agito tempestivamente, arrestando la 56enne poche ore dopo.

Complicità e silenzi: un altro arresto e nuovi sospetti

Ma non finisce qui. Durante le indagini, è emerso che la donna arrestata parlava al telefono, mentre avvelenava le bevande, con una collega di 68 anni. Quest’ultima, interrogata, ha ammesso di essere al corrente di quanto stava accadendo, senza però mai denunciare il fatto. Anche lei è stata arrestata con l’accusa di complicità per omissione di denuncia.

Secondo le fonti citate dai media polacchi, le motivazioni dietro gli avvelenamenti sembrerebbero essere puramente personali: le due donne avrebbero nutrito un forte astio nei confronti della vittima, probabilmente per via della sua posizione leggermente superiore all’interno dell’azienda. “Le donne semplicemente non si sopportavano”, ha rivelato un informatore anonimo al portale Onet Warsaw.

Conseguenze legali gravi per le responsabili

La donna delle pulizie filmata mentre contaminava le bevande rischia ora fino a 20 anni di carcere per avvelenamento con intento doloso. La sua collega più anziana, accusata di non aver denunciato un reato grave, potrebbe affrontare fino a 3 anni di reclusione.

Un caso che scuote l’opinione pubblica

La vicenda ha suscitato grande indignazione in tutta la Polonia e pone l’accento su quanto possano essere tossici, in senso letterale, i rapporti in ambienti di lavoro malsani. Le autorità proseguono le indagini, poiché si sospetta che altre persone possano aver avuto un ruolo o essere state a conoscenza degli avvenimenti.

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