Nel mondo del lavoro moderno, anche il gesto più semplice può rivelarsi decisivo. Una tazza di caffè offerta durante un colloquio, ad esempio, potrebbe nascondere un test di personalità in grado di influenzare la scelta finale del recruiter. Non è solo una questione di cortesia: per alcune aziende, questo piccolo dettaglio è un modo per valutare valori fondamentali come collaborazione, rispetto e intelligenza emotiva.

Il test del caffè: un metodo non convenzionale per scoprire il vero carattere dei candidati
L’idea è stata condivisa da Trent Innes, ex CEO di Xero e attuale Chief Growth Officer di SiteMinder, durante il podcast The Ventures. Innes ha raccontato di aver adottato una pratica tanto semplice quanto rivelatrice: offrire un caffè al candidato e osservare cosa fa con la tazza una volta finito.
Secondo il manager, chi lascia la tazza sul tavolo senza preoccuparsi di riporla mostra un atteggiamento poco collaborativo, distante da quello richiesto in ambienti aziendali basati sulla cultura condivisa. Al contrario, chi riporta la tazza in cucina o la sistema spontaneamente dimostra senso di responsabilità, rispetto per lo spazio comune e proattività.
Gesti quotidiani che raccontano più di mille risposte
Questo approccio non è isolato. Grandi aziende come Google sono note per utilizzare metodi fuori dagli schemi durante i processi di selezione, come enigmi logici o domande bizzarre, con l’obiettivo di valutare il pensiero critico, la flessibilità mentale e l’attitudine a risolvere problemi reali.
Secondo diversi esperti di risorse umane, comportamenti naturali in situazioni informali, come prendere un caffè o sistemare una sedia, offrono spunti autentici sulla personalità del candidato, difficilmente rilevabili in un contesto formale e altamente preparato.
Quando un piccolo gesto fa la differenza
Anche Saira Demmer, oggi CEO di SF Recruitment, ha raccontato un episodio simile. Durante un colloquio di gruppo, notò che nessuno si preoccupava del disordine nella stanza. Lei, senza pensarci troppo, si alzò per lavare le tazze sporche, attirando l’attenzione positiva del team di selezione. Quel gesto, considerato un segno di empatia e spirito d’iniziativa, contribuì a farle ottenere il posto.
Soft skill al centro: le aziende vogliono persone, non solo profili tecnici
Nel panorama attuale, le competenze tecniche sono importanti, ma non bastano. Le aziende cercano collaboratori capaci di inserirsi armoniosamente nel team, con intelligenza emotiva, rispetto per gli altri e capacità di adattamento. Aspetti che, spesso, emergono più facilmente nei dettagli che nei CV.
Per questo motivo, i selezionatori prestano attenzione a ogni fase del colloquio: come saluti, come ti relazioni, se spegni il telefono, se arrivi puntuale o se ti offri di sistemare la sedia prima di andare via.
Il consiglio finale?
Comportati con naturalezza, sii rispettoso e attento ai dettagli. La prossima volta che ti offrono un caffè durante un colloquio, ricorda che potresti essere già sotto osservazione. E quella tazza potrebbe valere più di mille parole.