Il premier Matteo Renzi si sente forte del suo partito, eppure le spaccature all’internodel Partito Democratico si fanno sempre più profonde e irreparabili.
Nonostante si lasci trapelare il meno possibile, con Salvini e Berlusconi feroci avvoltoi pronti ad azzannare la preda ferita, gli abbandoni di questi giorni stanno mostrando un clima tutt’altro che sereno in seno a quella che Renzi ha definito più volte “l’unica grande sinistra rimasta in Europa”.
La conferma, dopo mille smentite e interpretazioni, viene dal diretto interessato: «ieri in una sede del partito di Capannelle ho annunciato con sofferenza che ho lasciato il Pd», annuncia Stefano Fassina in una conferenza stampa convocata alla Camera.
«L’ho fatto in un circolo della periferia romana perché lì sono le mie radici, le persone che dobbiamo rappresentare e le persone a cui devo dare risposte», aggiunge. Fassina, che ha annunciato l’uscita dal Pd insieme alla deputata dem Monica Gregori, ha anche spiegato che dal jobs act, alle riforme elettorale e costituzionale, al ddl scuola sono stati molti i provvedimenti che non sono stati condivisi.
“Il 4 luglio con Civati, Cofferati e Pastorino – ha detto Fassina -, ci ritroveremo per avviare un percorso politico sui territori, plurale, che possa raccogliere le tante energie che sono andate nell’astensionismo. Vogliamo provare a ricoinvolgerle per una sinistra di governo ma con una agenda alternativa”: ha di che guardarsi le spalle il povero Renzi, coi suoi che lo stanno abbandonando uno ad uno.