Alcol, gli adolescenti vi si avvicinano sempre più presto

VEB

La legge italiana parla chiaro: è proibito vendere alcolici ai minorenni, e chi contravviene al divieto va incontro a gravi sanzioni, che possono arrivare al ritiro della stessa licenza di vendita.

Eppure, soprattutto data la grande diffusione degli alcolici, che è possibile reperire ovunque, persino dei distributori automatici, giovani e giovanissimi si avvicinano a questo mondo sempre più precocemente, con conseguenze gravissime per il loro sviluppo psico fisico.

I dati, diffusi dalla terza indagine nazionale ‘Adolescenti e Alcol problema, significato, contrasto all’abuso e risorse sociali’, sono a dir poco allarmanti. Attraverso 1.982 questionari sono stati intervistati giovani di età compresa tra i 12 ed i 14 anni residenti in diversi città italiane, campionate in modo rigoroso per area geografica e dimensione dei centri urbani.

La maggior parte degli adolescenti intervistati ha provato l’alcol, con un esordio precoce ma in presenza di adulti. Il 41,2% ha bevuto il primo bicchiere oltre i 10 anni, mentre il 27,3% tra i 6 e i 10 anni.

La famiglia mantiene un ruolo indiretto di protezione, purtroppo, però, solo il 13,5% di mamme e papà hanno affrontato esplicitamente il tema dei rischi e delle relative conseguenze derivanti dall’abuso di alcol, il 31,5% dei genitori non lo ha mai fatto.

L’esordio con solo coetanei tocca il 9,3% degli intervistati. Si confermano le tradizionali occasioni di “battesimo” con le bevande alcoliche: brindisi (46,6%), e festa tra amici (10,6%). Le bevande “iniziatiche” sono stabilmente il vino ma anche la birra.

Il genere maschile è più esposto di quello femminile all’eccesso di alcol, ma solo una minoranza dei giovani ne fa un uso importante. L’ubriachezza almeno una volta tocca il 18,1% degli intervistati, dato stazionario rispetto all’indagine precedente.

L’indagine ha inoltre esplorato anche un nuovo fenomeno: l’approccio precoce di alcuni/e giovani verso forme di rischio un tempo retaggio di fasce di età più avanzata.

Dallo studio emerge come questi consumatori precoci siano resi potenzialmente vulnerabili da alcuni fattori, tra cui la precoce stimolazione alla gratificazione immediata, spesso alimentata dalle nuove tecnologie digitali, sempre più pervasive e accessibili anche in età precoce. Spunti di riflessione che impongono di allargare l’attenzione della prevenzione dalle sostanze di consumo come alcol e droghe ai comportamenti compulsivi di divertimento propri della generazione dei nativi digitali.

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