A Trento l’8 Marzo le donne scenderanno in piazza per chiedere la doppia preferenza uomo-donna.
Nelle elezioni amministrative c’è la doppia preferenza uomo-donna, con l’eccezione della Provincia di Trento, dove le regole sono diverse.
In Consiglio Provinciale sono state depositate varie proposte di legge per introdurre la doppia preferenza, le quali sono state poi unificate in un’unica proposta.
Le sostengono il Pd e Forza Italia, ma le proposte stentano a decollare a causa dell’ostruzionismo delle destre e del Movimento 5 Stelle.
Per la festa della donna, l’8 Marzo, le donne trentine scenderanno in piazza per appoggiare questa proposta.
La quale, tuttavia, non si capisce bene, né a Trento né nel resto d’Italia.
Non si capisce perché se la qualità politica di un uomo o di una donna sia scarsa, questo o questa devono essere per forza messi in lista per la regola del 50%.
Ciò è irragionevole, irrazionale, e va a detrimento degli interessi dei cittadini, che devono avere una rappresentanza qualificata, all’altezza.
Non si spiega nemmeno poi, ad esempio, perché il genere debba essere solo maschile o femminile: è un atteggiamento altamente discriminatorio nei confronti ad esempio degli omosessuali, delle omosessuali, dei transgender e così via.
Senza contare che altre minoranze, magari etnie diverse, avrebbero anch’esse bisogno di rappresentatività, in funzione ad esempio della presenza numerica all’interno della comunità e indipendentemente dall’appartenenza di genere.
Insomma, c’è davvero qualcosa di profondo che non funziona, sia a Trento sia nel resto dell’Italia.